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A tavola con gli Estensi: Cristoforo da Messisbugo

Ritratto di Cristoforo da Messisbugo

Cristoforo da Messisbugo fu il più famoso degli Scalchi: lavorò per gli Estensi tra il 1515 e il 1548 (anno della sua morte) al servizio di Alfonso II prima, e del figlio Ercole II in seguito. Il suo libro “Banchetti compositioni di vivande, et apparecchio generale”, scritto nel 1539 e pubblicato postumo nel 1549, è considerato ancora oggi un testo di riferimento nella ricostruzione della storia gastronomica del Cinquecento: un libro che parla non solo di ricette, ma anche di abitudini, cronache dei principali banchetti ed eventi mondani, suppellettili, ed approvvigionamenti di vivande.

Accreditando la tesi secondo la quale Messisbugo fosse l’erede di un’antica famiglia di origine ferrarese, è lecito immaginarlo ben inserito nell’ambiente di Corte, conoscendo quindi abitudini e vizi dei suoi Signori. Per capire il livello di considerazione da lui raggiunto, basta ricordare l’aneddoto da lui stesso narrato circa una cena organizzata presso la propria abitazione per il Duca e il suo seguito in occasione del carnevale del 1548, durante la quale fu messa in scena una commedia che iniziò a mezzanotte, mentre la prima portata venne servita alla tre di notte!

La sua fama si estese a tal punto in Europa da essere nominato Conte palatino dall’imperatore Carlo V, mentre dopo la sua morte gli venne concesso l’onore di essere sepolto presso l’altare maggiore della chiesa di Sant’Antonio in Polesine a Ferrara, dove ancor oggi una lapide lo ricorda.

Ceramica graffita ferrarese